Wednesday, 7 December 2022

Nedda - mum extraordinaire


My mum, Nedda, died peacefully in her sleep in the night on August 22nd. 
I saw her for the last time the evening before, and I found her tired and sleepy. Probably she was already shifting into death.

I don't want to indulge telling all the medical conditions Nedda had, which worsened with the massive stroke she suffered in november 2020. You can find hints of her last years in earlier entries of this very blog.

What I want to tell you is how extraordinary my mum was and how many things she did, some of them fundamental for my own life and experience. Forgive me if the following will not be as coherent as it should be... it took me several months to write it.


Nedda during one of her last visit to her park! 


She divorced as soon as divorce was legal in Italy and she raised my brother and me doing many different jobs, most of them being her own boss. She was an entrepreneur with an eye for culture, environment and progress. And that instilled in me the concept of independence - you can rely on yourself if you do your best.

I remember her art gallery in Viareggio (for which she was know as "Andromeda") - a minimal-style black&white venue that was pretty unique. I was still young, but I remember vividly her close friendship with an artist who lived upstairs in our condo, Gianni Carretti, who painted some of the most outstanding out-of-this-world panoramas. My love for space begun there and then, with art!

Nedda never failed to nourish my brother's and mine passions: in our house there were always coloured pencils, brushes and temperas, and every conceivable "educational" toy - from Lego to DAS, from Meccano to Spirograph. And she was the one who introduced me to science fiction: she bought me my first Isaac Asimov's books and whenever there was a SF movie or TV serie on, she was the first to want to watch it. She also introduced my brother and me to music, buying us classical LPs, and although music is a talent I don't have, I'll always be grateful for the worlds she opened us up to!

She also was my first role model for interacting with people. She spoke four languages (Italian, German, Franch and English) and one of the many jobs she had was as the co-director and receptionist at the Hotel Niagara. Alas, I never learned any language from her, but she was always adamant that my brother and me learn at least one language besides Italian. 

Her jobs took her (and us, my brother and I) to never live in one place for very long. But that "nomadic" life I think gave me the sense of what was truly important - in the many moves we did, I learned how to let things go, taking with me only the ones I really needed (emotionally, as well as practically).

It was thanks to one of those moves that I met Alberto, when we were living in Milan. And again, the actual meeting was Nedda's doing (although she didn.'t know in advance). I was about to go and be a scrutineer during one of many Italian elections, but the same day there was the premiere of a Star Trek movie. Being a Trekker herself, without thinking she sent me to watch the movie, to hell with the elections! And in the movie theatre I met my future husband, Alberto! 

Nedda at our wedding.

Nedda and I had a lot of things in common and among those there is... our love of cats! Her love for nature dates as back as I remember - there was always potted flowers in our homes, but cats spurred in her the project of starting an environmental association, which in turn transformed into a major project (her last, but not the only one of her busy life) - making the agricultural fields around Alberto's house into a park, a green lung of trees and bushes, that could host animals both wild and tamed, and be the land on which to build an auditorium where to play music. 

Nedda had also some passions that I didn't share at all - namely politics and economics. She was very interested, and very vocal, about her political beliefs and she had been involved with political parties since when I remember. Sometimes, due mainly to our different visions of how politics should work, we had furious verbal fights, but one thing I learned from those as well - you can be the on opposide sides, but if you fight respecting the person whom you're fighting with, there is always some good compromise to be found.

Nedda has been a strong and eclectic person, and I will always be grateful for everything she tought me.

For those of you who are curious to know Nedda reading her own "voice", here are the direct links to her various pages and profiles on Facebook, on which she was very active.

Nedda Gilè
Art Gallery ANDROMEDA

As I said on her Facebook page, if you want to remember her, the best way is to plant a tree in her name. She would be happy.


Monday, 4 July 2022

Una (non troppo) breve storia (purtroppo) triste

Sono circa le due della notte tra venerdì 2 e sabato 3 luglio. Mi sono addormentata a pancia in giù con Gattona accanto alle gambe. Finestre aperte con zanzariere, caldo come piace a me, una notte tranquilla, anche se un po' più buia del solito per la mancanza della forte luce della luna.

Sento qualcosa che mi cammina sulle gambe, è un attimo, ma abbastanza da svegliarmi. Penso sia Gattona, ma con i piedi sento che si è spostata all'angolo del letto. Mi giro, accendo la luce e penso che forse è un ragno calato dal soffitto, o magari una delle tante scutigere che mi tengono casa libera dalle formiche. Non ho paura di nessun insetto o aracnide, e quindi mi premuro soltanto di controllare che, qualunque cosa fosse, non sia rimasta intrappolata tra le lenzuola: mi spiacerebbe schiacciarlo. Non trovo niente e torno a dormire.

Mi sveglio di nuovo, saranno passati dieci minuti. Stavolta è un rumore accanto al letto, una specie di frullar di ali contro la borsa di plastica dove tengo costume e accappatoio. Gattona è sul letto, tranquilla e indifferente. Forse è entrato un uccellino, anche se non so come, ma è meglio rimetterlo in libertà prima che lo noti Rua (che, al contrario di sua madre Gattona, è un provetto cacciatore). Cerco di vedere dove sia. Sento ancora frullare di ali, noto una forma piccolina, potrebbe essere un piccolo passerotto.

D'un tratto si palesa, per pochi secondi, "cadendo" dalla borsa sul pavimento accanto al letto. Poi sparisce sotto il letto. Ma l'ho visto, e non è un passerotto! È un piccolo pipistrello! Sono anni che desidero rivedere pipistrelli da queste parti. Una volta svolazzavano ogni sera regolarmente intorno al lampione davanti casa, ma poi sono spariti... e mai più tornati! La presenza di un pipistrello in casa è strana (da dove è entrato?), ma ne sono entusiasta!

Ritaglio al volo una bottiglia d'acqua vuota (ne bevo talmente tante che ne ho sempre in giro!) per cercare di catturarlo, ma niente da fare, si insinua tra le reti del letto, ed è così piccolo che non riesco più a vederlo. Decido allora di lasciarlo stare (sarà spaventatissimo) e torno a letto e non sentendo altri rumori riprendo a dormire... per venir svegliata pochi minuti dopo da un caos di squittii, zampe che corrono sul pavimento e svolazzi... 

Era ovvio! Il povero pipistrello è stato stanato e ora è nelle grinfie di Rua! Anzi... nelle fauci! OK, ormai è spacciato. Rua si ferma, mi guarda con la preda in bocca, e poi la posa per terra. Vedo che il pipistrello è ancora vivo...


Piccola parentesi. Rua porta regolarmente le sue prede in casa: quando sono morte oppure ormai senza speranza, gliele lascio, gli faccio i complimenti e gli indico la cucina o il bagno al piano terra dove può fare quel che vuole (lì è facile ripulire). Ma se vedo che le sue prede sono ancora vitali, cerco di liberarle: Rua si sazia in altro modo, quindi va bene l'istinto del cacciatore, ma se posso evito la fine delle prede!

Faccio per prendere il pipistrello con la bottiglia, ma Rua è più veloce di me. Allora afferro un fazzolettino di carta (lasciamo perdere la bottiglia!!!) e a quel punto comincia un breve inseguimento per la casa, che finisce in corridoio: Rua molla il pipistrello, il pipistrello si nasconde dietro il termosifone, mi avvicino col fazzoletto, ma Rua allunga una zampa, afferra il pipistrello e lo trascina a un metro da me. Il pipistrello è a terra, ali aperte e Rua si accuccia, soddisfatto. Approfitto e prendo il pipistrello con il fazzoletto!

Con Rua che mi guarda sconsolato mi chiudo in bagno e valuto la situazione: il pipistrello è stordito, ma non vedo sangue, segno che Rua non lo ha morso profondamente. Forse sono ancora in tempo per salvarlo. Col pipistrello nel fazzoletto, ora rannicchiato, torno a letto, prendo il cellulare e cerco sul web cosa fare in questi casi. Le indicazioni che trovo sono confuse e contraddittorie, l'unica indicazione comunque è quella che si possono toccare senza problemi, perché il nostro odore non impedirà agli altri di accoglierli di nuovo nel gruppo (o alla madre di cercarli, se sono piccoli). Mi sa che vado d'istinto!

I pipistrelli hanno bisogno di essere in alto per "spiccare" il volo: si lasciano cadere da una certa altezza e aprono le ali a mo' di aliante. OK, c'è una finestra in casa sul cui davanzale posso posarlo in sicurezza, senza che Rua o altri gatti possano arrivarci. Lo poso lì, lo saluto e spero che, una volta ripresosi, possa spiccare il volo mettendosi al sicuro.

Torno a letto, con Rua che mi guarda male e Gattona che è tornata nel suo angolo di letto (forse prima era solo andata a fare pipì!). Per sicurezza metto una sveglia alle cinque per controllare il pipistrello e finalmente mi metto a dormire senza ulteriori interruzioni.


Mattina del 3 luglio, alle cinque suona la sveglia, mi alzo... il pipistrello è ancora sulla finestra. Temo sia morto, ma prendendolo (a mani nude, tanto posso lasciargli il mio odore) sento che si muove. Le sue minuscole zampette si aggrappano alla mia pelle e in due secondo si accoccola nel palmo della mano. Decido di fare qualche altra ricerca sul web: tanto è troppo presto per chiamare il veterinario! Trovo numerosi siti dedicati alla protezione dei pipistrelli, con molte informazioni (stavolta più coerenti tra loro) e alcuni consigli. Il pipistrello è ancora nella mia mano, tranquillo... lo guardo... è tenerissimo. Non è un cucciolo, perché ha già la sua bella peluria su tutto il corpo (tranne le "ali"), ma non deve essere un adulto formato, è un po' troppo piccolo. Confrontando immagini e misure, deduco che sia un Pipistrellus pipistrellus, magari nato da una decina di giorni. Mi organizzo (sempre tenendolo in mano) per dargli un po' di acqua tiepida perché avrà sicuramente sete: una siringa senza ago fa al caso mio. Prima poppata andata. Ora provo a metterci qualche granello di latte in polvere... seconda poppata ancora più gradita! E' il momento di trovargli una cuccia per il giorno dove lasciarlo dormire in pace mentre sono al lavoro, quindi... scatola da scarpe e panno di pile. "Pipistrello, ecco la tua casetta!" gli dico... e mentre lo dico penso che potrei chiamarlo "pipi", con la prima "i" lunga... e quindi Peepi!


Metto la scatola in una stanza chiusa dove i gatti, specialmente Rua!, non possano entrare e passo il resto della mattinata con la mia solita routine, interrotta ogni mezzoretta per controllare Peepi, che dorme saporitamente. Provo a telefonare a un numero che ho trovato sul web su una pagina di "sos chirotteri", ma non risponde nessuno. Decido di continuare le ricerche la sera: è ormai ora di pranzo, do un'altro poco di acqua a Peepi (che gradisce) e vado al lavoro.

Quando torno, ormai sera anche se il sole ancora non è tramontato, vado per vedere Peepi e non lo trovo. Panico per qualche secondo! Poi scopro che si era infilato tra le pieghe del panno, rannicchiandosi! È sveglio e attivo, in effetti è l'ora in cui potrebbe volare via libero! Prendo dell'altra acqua e gliela do (beve!) e poi sistemo un barattolo nella scatola da scarpe, ricoprendolo con un altro panno di pile, in modo che il bordo del barattolo sia al di sopra di quello della scatola. Poi prendo la scatola e la metto sul davanzale della finestra incastrandone una parte nella finestra stessa, in modo che non possa cadere. Peepi è sul fondo della scatola, ma lo vedo che si arrampica e poi si ferma in cima al barattolo. Aspetto qualche minuto, non accenna a lanciarsi... avrò bisogno di tempo... o forse attende che sia notte.

La notte tra il 3 e il 4 passa senza problemi. Mi sveglio una volta sola (per andare in bagno) e noto che Peepi è ancora lì, si muove, ma non accenna a buttarsi... forse è davvero troppo giovane. Spero allora che la madre venga a cercarlo!

La mattina del 4, con la sveglia delle cinque che mi ero dimenticata di disattivare, mi alzo e controllo Peepi. Non c'è più! Cerco tra il panno, ma non si è nascosto, è proprio andato via! Esulto: sono riuscita a salvarlo! Mi affaccio dalla finestra giusto per scrupolo e... lo vedo... sulla piccola tettoia del piano di sotto: non è riuscito a spiccare il volo! Penso che sia morto! Prendo un lungo bastone per cercare di avvicinarlo al bordo della tettoia così da poterlo prendere... e lui si sveglia e afferra il bastone! A quel punto lo tiro immediatamente su, lo prendo in mano e lui si accoccola di nuovo sul mio palmo. "Certo che mi fai disperare, Peepi!" gli dico. Ma sono ancora troppo addormentata per pensare alla prossima mossa, quindi torno a letto, con Peepi nella mano e mi rimetto a dormire, accarezzandolo.


Quando mi sveglio, alle 9, Peepi è ancora lì, sul mio palmo, ma sta... facendosi le pulizie! Mi sorprendo di quanto possa essere carino un pipistrello, e mentre lo guardo mi riprometto, tornata a casa quella sera, di ordinare la casetta per pipistrelli che ho nella "wish-list" di Amazon da anni. Così Peepi potrà smettere di stare nella scatola da scarpe! 


Oggi però non ho tempo di stargli dietro, ho diverse cose da fare in mattinata prima di pranzo, quindi gli ridò da bere e lo rimetto nella sua cuccia diurna. Aggiungo un piattino con dell'acqua, un pezzo di frutta e un bocconcino dei gatti: non posso catturare zanzare per lui e sul web non ho trovato nessuna indicazione valida su cosa dargli in alternativa. Prima di uscire, però, chiamo il mio veterinario, che non si occupa di animali selvatici e mi dice di chiamare l'assl... che non si occupa di animali selvatici e mi dà un ulteriore numero, che non risponde. Esco e faccio le mie commissioni, poi torno a casa per pranzo, controllo Peepi (che dorme appeso a testa in giù sul barattolo dentro la scatola e si stiracchia quando lo accarezzo) e provo a richiamare il numero. Risponde una segreteria che dice di lasciare un messaggio su Whatsapp con foto e indicazioni del luogo dove si trova il chirottero da aiutare. Faccio e vado al lavoro.


Poco prima di entrare al lavoro (sull'orizzonte degli eventi del "buco nero" di comunicazioni che c'è al Faro di Bibione) ricevo la risposta su Whatsapp: "Riesce a portarlo al poliaumbulatorio?"... Mi infurio (per usare un eufemismo!): questo è l'aiuto che mi date? Ma andate aff... Entro al lavoro cercando di pensare a qualche alternativa!

Di solito esco dal lavoro e mi fiondo a casa, ma stavolta deciso di passare al supermercato per prendere della carne. OK, è un po' un volo pindarico, ma in fondo i pipistrelli sono carnivori, spero solo che Peepi sia di bocca buona. Altrimenti proverò a darla a Rua o Gattona (che però ormai prediligono croccantini particolari!) oppure ai vari randagi che circolano in giardino!

Torno a casa, taglio qualche pezzetto di carne e lo do a Rua e Gattona (che come previsto annusano e rifiutano). Do da mangiare a loro e anche ai due gatti che gironzolano intorno casa e poi mi fiondo da Peepi! Apro la scatola, lo vedo sempre appeso in giù, a dormire, ma... qualcosa non mi torna... il minuscolo musetto è infilato nel piattino con l'acqua, ma non sta bevendo... Ho un tuffo al cuore, lo tocco... niente. Lo prendo in mano... e mi rendo conto che è freddo e rigido. Non ce l'ho fatta! Non sono riuscita a rimetterlo in forze per liberarlo! È morto dentro la sua scatola da scarpe cercando di dissetarsi ancora una volta! Piango.


Piango tanto, prendo Peepi in mano, accarezzandolo per l'ultima volta. Rua, Gattona e gli altri gatti mi guardano strano, non credo che mi abbiano mai visto piangere così. E anche io mi stupisco del mio pianto: in fondo era un semplice piccolo pipistrello, strappato alle grinfie di un gatto che forse aveva già danneggiato irreparabilmente qualche suo organo interno... Ma non riesco a smettere. Una creaturina così indifesa, che si aggrappava alla mia mano per cercare calore. E chissà quante zanzare avrebbe eliminato da intorno casa! Resta il mistero di come sia entrato in casa quella notte... ma in un certo senso sono contenta che l'abbia fatto perché mi ha regalato due giorni che non dimenticherò mai.


Ho seppellito Peepi sono uno degli alberelli nuovi, spuntati questa primavera accando a casa. Non so che tipo di albero sia, ma d'ora in poi lo chiamerò Peepi.

Tuesday, 14 June 2022

35

I cry of joy because I met you.
I cry of pain because I lost you.

Thursday, 19 May 2022

Star Trek Picard review for my Italian friends

Stanotte non ho dormito! L'ansia di mamma grave in ospedale e il non poter andare alla STICCON mi ha tenuto sveglia... E così ho guardato Picard, tutti i dieci episodi della stagione 2, di seguito.

Commento breve... Meh!

Commento lungo... Mettetevi comodi. Molto comodi!

Non voglio prendere in considerazione alcune piccole incongruenze che sono abbastanza tipiche di molte serie TV e che quindi non considero veri e propri punti negativi.
Un esempio su tutti: se Picard sapeva di corridoi sotto casa sua che portavano a oltre i campi, perché ha atteso che i "droni Borg" sparassero addosso a tutti per così tanto tempo, costringendoli a separarsi? Poteva semplicemente fiondarsi subito nei sotterranei: Rios non sarebbe stato ferito e Sette e Raffi non si sarebbero separate dal gruppo.
Ma, ripeto, sono espedienti narrativi abbastanza comuni, anche se illogici. E mi son piaciute le scene d'azione!

Decido anche di non considerare negative alcune cose poco chiare che metto alla pari di tantissimi altri YATI della saga.
Ad esempio... Wesley è stato scelto tra i Viaggiatori per il suo incredibile talento nella comprensione e manipolazione dello spazio tempo, ma Kore che ha fatto per meritarsi l'arruolamento? Non credo sia perché è riuscita a scappare di casa scalza e poco dopo a trovarsi nuovi vestiti, nuove scarpe e uno zainetto (nel XXIV secolo non si usano soldi quindi glieli avranno regalati)! E non credo neppure che sia perché ha sopportato i pipponi di papà Soong o il suo inganno. Insomma... Perché diventa una viaggiatrice? Ce lo dovremo inventare noi fan, e come in molti altri casi, in fondo non mi dispiace farlo!

Ci sono fondamentalmente tre elementi che non mi hanno fatto godere la serie.

Il primo è che ho trovato estremamente difficile,se non impossibile, sospendere la mia incredulità nei confronti dei personaggi principali. Al contrario della prima stagione (in cui i personaggi non mi piacevano) qui non sono riuscita a vederli. Vedevo gli attori che facevano un ottimo lavoro nel recitare, ma dei personaggi neanche l'ombra. In ogni scena immaginavo il set, le indicazioni dei registi, i tecnici intorno agli attori... ma niente che mi facesse immergere nella finzione. Ho apprezzato moltissimo gli episodi come fossi stata continuamente dietro le quinte, godendo della professionalità e delle capacità di un cast e un crew eccelsi. Ma ho visto Stewart e De Lancie, non Picard e Q!
Forse è perché la storia generale non mi ha convinto, o perché c'erano troppi omaggi e citazioni a distrarmi dalla narrazione o anche per via dei lunghissimi pipponi morali che allungavano il brodo della narrazione. Non so.
La stessa sensazione me la dà vedere Star Trek V o La nemesi (di cui apprezzo il gran lavoro, ma meno la storia), ma è la prima volta che mi succede con una serie TV di Star Trek.

Il secondo elemento che mi ha dato fastidio è stata la caratterizzazione dei personaggi di contorno, secondo me molto "macchiette" e poco reali.
Insomma... un agente dell'FBI che ha visto gli alieni e li cerca per il resto della vita mi poteva andar bene ai tempi di X Files, ma non nel 2024! Bella la sua storia, e bravo Karnes, ma oltre che già visto è stato proprio bidimensionale e prevedibile per me.

E arriviamo alla nota dolente, il vero fattore che mi ha "distrutto" il piacere di vedere la serie: Renée Picard.
Non perché sia l'antenata di Picard o perché sia il fulcro di tutta la vicenda, ma perché non è assolutamente credibile come astronauta.
Chi ha seguito e segue come me le missioni spaziali di oggi (2022! Solo due anni prima delle vicende di Picard stagione 2, anche se in una Terra altrrnativa) non può accettare che un'astronauta si comporti come Renée. A prescindere dal fatto che si tratti di un universo alternativo, l'addestramento di un'astronauta dura anni e non è solo tecnico. Ho trovato inverosimile (e quindi non credibile) che con le continue valutazioni psicologiche che gli astronauti hanno, Renée sia arrivata al giorno del lancio con quella depressione, quegli sbalzi di umore e quei dubbi... e sia ancora parte dell'equipaggio!
E parlando del giorno del lancio... Massì, gettiamo via i giorni di isolamento della quarantena degli astronauti rendendo gli astronauti stessi accessibili a chiunque a poche ore dal lancio (e giustifichiamo la cosa facendo dire a Tallin che è lei a presentarsi lì proprio perché Maya "non si sentiva bene ed era meglio non rischiare")!
E infine (ci sarebbe altro da dire sulla questione, ma non voglio esagerare)... Se anche Renée avesse rinunciato a partire, ci sarebbe stato l'equipaggio di riserva pronto: la missione NON sarebbe stata annullata! O forse in quella Terra alternativa son diventati così idioti da non prevederlo?
Insomma... non solo gli autori non seguono le missioni spaziali vere (possibile!), ma non hanno neppure chiesto consulenze di esperti (André Bormanis, dove sei?)... e a quanto pare non hanno neppure mai visto "Apollo 13"!

A questo punto sento già chi mi farà notare che si tratta, come ho detto, di un 2024 alternativo e che Star Trek è fantascienza e non scienza vera, e avete ragione! Ma a me ha dato lo stesso molto fastidio, perché in quella Terra alternativa così tante altre cose erano identiche a quelle del nostro tempo (ho apprezzato moltissimo i "commenti" sulla violenza della polizia, sull'immigrazione...) che "cadere" proprio sulla credibilità di quello che è il fulcro della vicenda è stato come scivolare sulla buccia di banana e far finta di niente.

Concludo dicendo che Star Trek Picard non è, per me, Star Trek al suo meglio, anzi. Rientra di diritto nella mia personale lista di quelle storie che non rivedo perché non mi piacciono. Ce ne sono molte nella saga, peccato però che in questo caso si tratti di un'intera stagione. E anzi, considerando che anche la stagione 1 di Picard rientra in quella lista, si tratta di un'intera serie!

Peccato.

Saturday, 19 February 2022

Home alone

I'm scared. But probably not of what you think.

Nedda has finally been admitted to her new home, a nursing home where she will be in better hands than mine. Although I'm a bit sad that we had come to this, I'm sure she'll be cared for by nurses and doctors who know exactly what she needs.

Now I'm back in control of my own time. I can live this half-life of mine according to my own rhythm. I just need to understand what's my rhythm, because I lived so many years following my mum's needs that I really don't know what I need. 
But, no... this is not what I'm scared of.

I'm in a house that from now on will have only me and my cats as inhabitants. The silence will not be broken and I'll be busy downsizing, giving away (or selling, hopefully) all the stuff I don't use - from kitchenware to clothes, from shoes to knick-knacks.
And no, I'm not at all scared to stay home alone. I'm fine with being on my own, indeed I'm looking forward to it. 
I feel lonely only when I think that Alberto is not with me (alas... I think about it all the time).

I'll have time, now, to go back to work. 
And that's what I'm scared of!
Provided that I will not be self-employed anymore (I'm done with that!) there are several things that scares me.

First of all my abilities as DTP or graphic designer are at least 6 years old, which means I have been out of touch technologically and as far as today's demands are. I can't compete with younger people who can prepare graphics for multiple medias and platforms. I'm good just for printed materials.
And even if I consider myself very good in English (it's become my second language), I know I'm not fast enough for the kind of world we live in, not anymore. And I lost all contacts I had, so it will be difficult to find any job.
I'll try and find some jobs outside my expertise, of course. I'm ready to do any kind of job, from cleaning to dog-sitting,  but I'm afraid my body will not cope easily with it. At least not in winter, when I suffer daily from joints and neck pain. Also, after I had Covid, I feel fatigued every day all day long.

I will apply to have Italian "citizenship income", but I feel I'll be a parasite if I receive it. And before you say anything... I know I'm entitled to it, but feelings are not logical and I'll feel a parasite nonetheless.
But I cannot do it otherwise - I have to survive.

Bottom line is... being home alone is fine. Looking for a job is not.

Sunday, 2 January 2022

My soul is leaking away

Nine years ago today a huge crack formed in the dam containing my soul.
Since then I'm loosing a bit of my soul every day.
Since then other small and big events deepened that crack, over and over.
The crack cannot be mended.
It will come a time when the crack in the dam will be too deep and wide to contain my soul and I will cease to exist.