Monday 4 July 2022

Una (non troppo) breve storia (purtroppo) triste

Sono circa le due della notte tra venerdì 2 e sabato 3 luglio. Mi sono addormentata a pancia in giù con Gattona accanto alle gambe. Finestre aperte con zanzariere, caldo come piace a me, una notte tranquilla, anche se un po' più buia del solito per la mancanza della forte luce della luna.

Sento qualcosa che mi cammina sulle gambe, è un attimo, ma abbastanza da svegliarmi. Penso sia Gattona, ma con i piedi sento che si è spostata all'angolo del letto. Mi giro, accendo la luce e penso che forse è un ragno calato dal soffitto, o magari una delle tante scutigere che mi tengono casa libera dalle formiche. Non ho paura di nessun insetto o aracnide, e quindi mi premuro soltanto di controllare che, qualunque cosa fosse, non sia rimasta intrappolata tra le lenzuola: mi spiacerebbe schiacciarlo. Non trovo niente e torno a dormire.

Mi sveglio di nuovo, saranno passati dieci minuti. Stavolta è un rumore accanto al letto, una specie di frullar di ali contro la borsa di plastica dove tengo costume e accappatoio. Gattona è sul letto, tranquilla e indifferente. Forse è entrato un uccellino, anche se non so come, ma è meglio rimetterlo in libertà prima che lo noti Rua (che, al contrario di sua madre Gattona, è un provetto cacciatore). Cerco di vedere dove sia. Sento ancora frullare di ali, noto una forma piccolina, potrebbe essere un piccolo passerotto.

D'un tratto si palesa, per pochi secondi, "cadendo" dalla borsa sul pavimento accanto al letto. Poi sparisce sotto il letto. Ma l'ho visto, e non è un passerotto! È un piccolo pipistrello! Sono anni che desidero rivedere pipistrelli da queste parti. Una volta svolazzavano ogni sera regolarmente intorno al lampione davanti casa, ma poi sono spariti... e mai più tornati! La presenza di un pipistrello in casa è strana (da dove è entrato?), ma ne sono entusiasta!

Ritaglio al volo una bottiglia d'acqua vuota (ne bevo talmente tante che ne ho sempre in giro!) per cercare di catturarlo, ma niente da fare, si insinua tra le reti del letto, ed è così piccolo che non riesco più a vederlo. Decido allora di lasciarlo stare (sarà spaventatissimo) e torno a letto e non sentendo altri rumori riprendo a dormire... per venir svegliata pochi minuti dopo da un caos di squittii, zampe che corrono sul pavimento e svolazzi... 

Era ovvio! Il povero pipistrello è stato stanato e ora è nelle grinfie di Rua! Anzi... nelle fauci! OK, ormai è spacciato. Rua si ferma, mi guarda con la preda in bocca, e poi la posa per terra. Vedo che il pipistrello è ancora vivo...


Piccola parentesi. Rua porta regolarmente le sue prede in casa: quando sono morte oppure ormai senza speranza, gliele lascio, gli faccio i complimenti e gli indico la cucina o il bagno al piano terra dove può fare quel che vuole (lì è facile ripulire). Ma se vedo che le sue prede sono ancora vitali, cerco di liberarle: Rua si sazia in altro modo, quindi va bene l'istinto del cacciatore, ma se posso evito la fine delle prede!

Faccio per prendere il pipistrello con la bottiglia, ma Rua è più veloce di me. Allora afferro un fazzolettino di carta (lasciamo perdere la bottiglia!!!) e a quel punto comincia un breve inseguimento per la casa, che finisce in corridoio: Rua molla il pipistrello, il pipistrello si nasconde dietro il termosifone, mi avvicino col fazzoletto, ma Rua allunga una zampa, afferra il pipistrello e lo trascina a un metro da me. Il pipistrello è a terra, ali aperte e Rua si accuccia, soddisfatto. Approfitto e prendo il pipistrello con il fazzoletto!

Con Rua che mi guarda sconsolato mi chiudo in bagno e valuto la situazione: il pipistrello è stordito, ma non vedo sangue, segno che Rua non lo ha morso profondamente. Forse sono ancora in tempo per salvarlo. Col pipistrello nel fazzoletto, ora rannicchiato, torno a letto, prendo il cellulare e cerco sul web cosa fare in questi casi. Le indicazioni che trovo sono confuse e contraddittorie, l'unica indicazione comunque è quella che si possono toccare senza problemi, perché il nostro odore non impedirà agli altri di accoglierli di nuovo nel gruppo (o alla madre di cercarli, se sono piccoli). Mi sa che vado d'istinto!

I pipistrelli hanno bisogno di essere in alto per "spiccare" il volo: si lasciano cadere da una certa altezza e aprono le ali a mo' di aliante. OK, c'è una finestra in casa sul cui davanzale posso posarlo in sicurezza, senza che Rua o altri gatti possano arrivarci. Lo poso lì, lo saluto e spero che, una volta ripresosi, possa spiccare il volo mettendosi al sicuro.

Torno a letto, con Rua che mi guarda male e Gattona che è tornata nel suo angolo di letto (forse prima era solo andata a fare pipì!). Per sicurezza metto una sveglia alle cinque per controllare il pipistrello e finalmente mi metto a dormire senza ulteriori interruzioni.


Mattina del 3 luglio, alle cinque suona la sveglia, mi alzo... il pipistrello è ancora sulla finestra. Temo sia morto, ma prendendolo (a mani nude, tanto posso lasciargli il mio odore) sento che si muove. Le sue minuscole zampette si aggrappano alla mia pelle e in due secondo si accoccola nel palmo della mano. Decido di fare qualche altra ricerca sul web: tanto è troppo presto per chiamare il veterinario! Trovo numerosi siti dedicati alla protezione dei pipistrelli, con molte informazioni (stavolta più coerenti tra loro) e alcuni consigli. Il pipistrello è ancora nella mia mano, tranquillo... lo guardo... è tenerissimo. Non è un cucciolo, perché ha già la sua bella peluria su tutto il corpo (tranne le "ali"), ma non deve essere un adulto formato, è un po' troppo piccolo. Confrontando immagini e misure, deduco che sia un Pipistrellus pipistrellus, magari nato da una decina di giorni. Mi organizzo (sempre tenendolo in mano) per dargli un po' di acqua tiepida perché avrà sicuramente sete: una siringa senza ago fa al caso mio. Prima poppata andata. Ora provo a metterci qualche granello di latte in polvere... seconda poppata ancora più gradita! E' il momento di trovargli una cuccia per il giorno dove lasciarlo dormire in pace mentre sono al lavoro, quindi... scatola da scarpe e panno di pile. "Pipistrello, ecco la tua casetta!" gli dico... e mentre lo dico penso che potrei chiamarlo "pipi", con la prima "i" lunga... e quindi Peepi!


Metto la scatola in una stanza chiusa dove i gatti, specialmente Rua!, non possano entrare e passo il resto della mattinata con la mia solita routine, interrotta ogni mezzoretta per controllare Peepi, che dorme saporitamente. Provo a telefonare a un numero che ho trovato sul web su una pagina di "sos chirotteri", ma non risponde nessuno. Decido di continuare le ricerche la sera: è ormai ora di pranzo, do un'altro poco di acqua a Peepi (che gradisce) e vado al lavoro.

Quando torno, ormai sera anche se il sole ancora non è tramontato, vado per vedere Peepi e non lo trovo. Panico per qualche secondo! Poi scopro che si era infilato tra le pieghe del panno, rannicchiandosi! È sveglio e attivo, in effetti è l'ora in cui potrebbe volare via libero! Prendo dell'altra acqua e gliela do (beve!) e poi sistemo un barattolo nella scatola da scarpe, ricoprendolo con un altro panno di pile, in modo che il bordo del barattolo sia al di sopra di quello della scatola. Poi prendo la scatola e la metto sul davanzale della finestra incastrandone una parte nella finestra stessa, in modo che non possa cadere. Peepi è sul fondo della scatola, ma lo vedo che si arrampica e poi si ferma in cima al barattolo. Aspetto qualche minuto, non accenna a lanciarsi... avrò bisogno di tempo... o forse attende che sia notte.

La notte tra il 3 e il 4 passa senza problemi. Mi sveglio una volta sola (per andare in bagno) e noto che Peepi è ancora lì, si muove, ma non accenna a buttarsi... forse è davvero troppo giovane. Spero allora che la madre venga a cercarlo!

La mattina del 4, con la sveglia delle cinque che mi ero dimenticata di disattivare, mi alzo e controllo Peepi. Non c'è più! Cerco tra il panno, ma non si è nascosto, è proprio andato via! Esulto: sono riuscita a salvarlo! Mi affaccio dalla finestra giusto per scrupolo e... lo vedo... sulla piccola tettoia del piano di sotto: non è riuscito a spiccare il volo! Penso che sia morto! Prendo un lungo bastone per cercare di avvicinarlo al bordo della tettoia così da poterlo prendere... e lui si sveglia e afferra il bastone! A quel punto lo tiro immediatamente su, lo prendo in mano e lui si accoccola di nuovo sul mio palmo. "Certo che mi fai disperare, Peepi!" gli dico. Ma sono ancora troppo addormentata per pensare alla prossima mossa, quindi torno a letto, con Peepi nella mano e mi rimetto a dormire, accarezzandolo.


Quando mi sveglio, alle 9, Peepi è ancora lì, sul mio palmo, ma sta... facendosi le pulizie! Mi sorprendo di quanto possa essere carino un pipistrello, e mentre lo guardo mi riprometto, tornata a casa quella sera, di ordinare la casetta per pipistrelli che ho nella "wish-list" di Amazon da anni. Così Peepi potrà smettere di stare nella scatola da scarpe! 


Oggi però non ho tempo di stargli dietro, ho diverse cose da fare in mattinata prima di pranzo, quindi gli ridò da bere e lo rimetto nella sua cuccia diurna. Aggiungo un piattino con dell'acqua, un pezzo di frutta e un bocconcino dei gatti: non posso catturare zanzare per lui e sul web non ho trovato nessuna indicazione valida su cosa dargli in alternativa. Prima di uscire, però, chiamo il mio veterinario, che non si occupa di animali selvatici e mi dice di chiamare l'assl... che non si occupa di animali selvatici e mi dà un ulteriore numero, che non risponde. Esco e faccio le mie commissioni, poi torno a casa per pranzo, controllo Peepi (che dorme appeso a testa in giù sul barattolo dentro la scatola e si stiracchia quando lo accarezzo) e provo a richiamare il numero. Risponde una segreteria che dice di lasciare un messaggio su Whatsapp con foto e indicazioni del luogo dove si trova il chirottero da aiutare. Faccio e vado al lavoro.


Poco prima di entrare al lavoro (sull'orizzonte degli eventi del "buco nero" di comunicazioni che c'è al Faro di Bibione) ricevo la risposta su Whatsapp: "Riesce a portarlo al poliaumbulatorio?"... Mi infurio (per usare un eufemismo!): questo è l'aiuto che mi date? Ma andate aff... Entro al lavoro cercando di pensare a qualche alternativa!

Di solito esco dal lavoro e mi fiondo a casa, ma stavolta deciso di passare al supermercato per prendere della carne. OK, è un po' un volo pindarico, ma in fondo i pipistrelli sono carnivori, spero solo che Peepi sia di bocca buona. Altrimenti proverò a darla a Rua o Gattona (che però ormai prediligono croccantini particolari!) oppure ai vari randagi che circolano in giardino!

Torno a casa, taglio qualche pezzetto di carne e lo do a Rua e Gattona (che come previsto annusano e rifiutano). Do da mangiare a loro e anche ai due gatti che gironzolano intorno casa e poi mi fiondo da Peepi! Apro la scatola, lo vedo sempre appeso in giù, a dormire, ma... qualcosa non mi torna... il minuscolo musetto è infilato nel piattino con l'acqua, ma non sta bevendo... Ho un tuffo al cuore, lo tocco... niente. Lo prendo in mano... e mi rendo conto che è freddo e rigido. Non ce l'ho fatta! Non sono riuscita a rimetterlo in forze per liberarlo! È morto dentro la sua scatola da scarpe cercando di dissetarsi ancora una volta! Piango.


Piango tanto, prendo Peepi in mano, accarezzandolo per l'ultima volta. Rua, Gattona e gli altri gatti mi guardano strano, non credo che mi abbiano mai visto piangere così. E anche io mi stupisco del mio pianto: in fondo era un semplice piccolo pipistrello, strappato alle grinfie di un gatto che forse aveva già danneggiato irreparabilmente qualche suo organo interno... Ma non riesco a smettere. Una creaturina così indifesa, che si aggrappava alla mia mano per cercare calore. E chissà quante zanzare avrebbe eliminato da intorno casa! Resta il mistero di come sia entrato in casa quella notte... ma in un certo senso sono contenta che l'abbia fatto perché mi ha regalato due giorni che non dimenticherò mai.


Ho seppellito Peepi sono uno degli alberelli nuovi, spuntati questa primavera accando a casa. Non so che tipo di albero sia, ma d'ora in poi lo chiamerò Peepi.