Mi sto aggrappando alla luce, ma per continuare a tenermi aggrappata ho bisogno di forza, e per averne la forza devo eliminare molte piccole cose faticose.
È questa la ragione principale per la quale ho dato le dimissioni dal
Ponte di Comando e dunque da Presidente dello STIC-AL.
Lo STIC è la mia vita, non lo lascerò mai. Ho appena rinnovato la mia associazione pagando la quota annuale e continuerò a farlo in futuro. Sono sempre stata e sempre sarò una Socia STIC, e ne sono fiera, ma non riesco più a sopportare l'idea di essere colei che sta distruggendo lo STIC.
Mi sono resa conto di non poter più rappresentare il club. Non ho né l’autorità che aveva Alberto, né la chiarezza mentale per parlare a nome del Ponte di Comando. E neppure la capacità di mediare diplomaticamente i continui dissidi interni ed esterni.
Intendiamoci, questa non è una decisione dell’ultimo minuto (anche se c’è stata un’
ultima goccia di recente): ho cominciato a pensarci il 30 novembre 2014. Erano circa le sei del pomeriggio quando sono salita sul palco della Reunion senza avere la minima idea di quel che dovevo dire: ero il Presidente dello STIC e dovevo parlare delle sorprese che lo STIC aveva in serbo per gli appassionati senza sapere quali fossero quelle sorprese.
Da allora ci sono state molte altre occasioni in cui mi sono sentita un pesce fuor d’acqua e ho fatto così tanti errori che alla fine ho capito di non essere adatta a fare il Presidente.
È arrivato il momento di dimettermi.
E mi sono dimessa: adesso sono semplicemente la Socia numero 70, com’ero quando mi sono iscritta allo STIC quasi trent’anni fa.
Non so se la luce sarà più vicina ora, ma la cosa certa è che ho percepito un senso di beatitudine appena dimessa: lo STIC non merita i miei atteggiamenti distruttivi e vivrà più a lungo senza di me al timone.
Purtroppo c’è una cosa che nei prossimi giorni oscurerà la luce: non posso andare alla prossima convention, la
Reunion di Riccione.
Ma questo non ha niente a che fare con le mie dimissioni. Le uniche ragioni per non esserci sono
tempo e
denaro.
L’anno scorso ho dovuto scegliere tra divertirmi alla Reunion e avere la possibilità di trovare un lavoro all’estero (possibilità mai trasformata in realtà). Quest’anno ho trovato un
lavoro: badante a mia madre, che ha bisogno del mio aiuto fisicamente tutto il giorno, tutti i giorni. Non è un vero lavoro, non è un dovere, è un piacere aiutarla e prendermi cura di lei. Ma ovviamente questo non mi permette di allontanarmi da casa per più di qualche ora.
Sfortunatamente la tecnologia del teletrasporto non è ancora stata inventata, quindi non ho modo di raggiungere facilmente Riccione, passare qualche ora tra amici e tornare a casa in tempo per la cena.
Se guadagnassi bene potrei assumere una badante per mia madre quando non sono in casa, ma i miei introiti da giugno sono stati quasi nulli! Non posso permettermi di pagare la Reunion, il viaggio per arrivarci e la badante!
Spero di risolvere le cose in tempo per la
STICCON dell’anno prossimo, ma non faccio più progetti così a lungo termine... perché non sono sicura che esista una luce a cui aggrapparsi. Ho dunque imparato ad aggrapparmi al
pensiero di una luce. E questo mi basta per andare avanti.
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For my English speaking readers
I am holding to the light, but in order to keep on holding to that light I need strength, and to have strength I need to get rid of many little tiring things.
That's the main reasons why I resigned my position as a
bridge officer and President of the STIC-AL.
STIC is my life, I will never leave the club. I have just renewed my membership paying the annual fee and I will continue to do that in the future. I have been and shall always be a STIC member and proud, but I cannot endure anymore the thought of being the person who is destroying the STIC.
I realised I am no longer able to represent the club. I have neither the authority Alberto had, nor the clarity of mind to speak on behalf of the
bridge officers. Let alone the ability to diplomatically mediate the continuous disagreements both internal and external.
Mind you, this is not a last minute decision - although there have been a
last straw lately. I started to think about it on November 30th, 2014. It was around six o'clock p.m. when I stepped on the Reunion stage having no idea what I was supposed to say - I was the President of the STIC and I had to talk about what surprises the STIC had in store for the fans not being aware of what those surprises were.
Since then there have been many other occasions when I felt out of my depth and I made so many mistakes that I finally understood I am not fit to be the President.
The moment has come for me to step down.
And I stepped down - now I'm simply STIC member number 70, as I was when I subscribed to STIC almost thirty years ago.
I don't know if the light will get nearer now, but I certainly felt a certain sense of bliss once I resigned - the STIC does not deserve my destroying attitude and it will live longer without me at the helm.
Unfortunately, one thing in the next few days will obscure the light - I can't go to the next
Reunion convention in Riccione.
This has nothing to do with my resignation, though. The only reasons for not going are
time and
money.
Last year I had to make a choice between having fun at the Reunion and having a possibility of finding a job abroad (a possibility that never turned to reality). This year I found a
job - carer to my mother, who needs my physical help 24/7. It's not a real job, it's not a duty, it's a pleasure to help her and care for her. But obviously this doesn't allow me to go away from home for more than a few hours.
Unfortunately the transporter technology has not been invented yet, so I have no way of reaching Riccione easily, spend a few hours with friends and go back home in time for dinner.
If I had a good income I could hire a carer for my mother when I'm not home, but my income since June has been almost nil! I can't afford to pay the Reunion, the travel to arrive there and the carer!
I hope I will resolve things in time for the
STICCON next year, but I don't make plans this far ahead anymore... because I'm not sure there is a light to hold onto. That’s why I learned to hold on to the thought of a light. And this is enough to make me go on.